
Durante il primo lockdown, l’età da tenere d’occhio era 60 anni. Il sessantenne più improbabile d’Italia, Fiorello, aveva dato il buon esempio: «Io non esco di casa». Beh, uno degli effetti del maledetto virus è che nel frattempo l’età si è abbassata: 50. L’età del pericolo. L’età dell’anzianità. Lo scrivono senza remore sul Foglio tre esperti come Carlo Favero, Andrea Ichino e Aldo Rustichini, che come via d’uscita da questa emergenza infinita — e per risolvere una volta per tutte il dilemma tra tutela della salute e protezione dell’economia — fanno questa proposta che per un tic da titolista verrebbe da definire «choc» e che invece è puro buon senso: «Separiamo i giovani dagli anziani per scongiurare un lockdown». E per anziani si intendono appunto gli over 50…
L‘epidemia
Da studiosi seri, i tre firmatari poggiano l’idea sul dato più importante: «Su oltre 37 mila morti per Covid, solo 409 avevano meno di 50 anni e solo 19 meno di 30». Mancano i numeri sulle terapie intensive, ma è chiaro che «rischiano il collasso solo a causa degli ultra 50enni infettati dal virus. Per chi ha un’età inferiore il ricovero è un’eccezione». Gli under 29, sottolineano, corrono molti più pericoli in strada: 542 morti di incidenti nel 2019.
Ma com’è praticabile, la separazione? I suggerimenti sono molto concreti.
1) Far fare la didattica a distanza solo agli insegnanti anziani e mandare a scuola gli under 50 e tutti gli studenti. «Così i ragazzi con accesso più difficile a internet da casa non sarebbero danneggiati».
2) «Corse differenziate per giovani e anziani sui mezzi pubblici» per evitare il sovraffollamento.
3) Idem per negozi e supermercati: «Orari di accesso rigidamente separati».
4) Ovviamente, smart working a manetta per gli over 50 che possano farlo.
5) L’idea più dirompente e interessante: voucher ai giovani perché possano trasferirsi temporaneamente «nei numerosi alberghi vuoti e mangiare nei ristoranti attualmente senza clienti».
«Non sono certamente suggerimenti facili da implementare», dicono Favero, Ichino e Rustichini con un eccesso di modestia: in realtà basterebbe una fettina della pioggia di fondi in arrivo. Avremmo due vantaggi di questo tipo:
1) Evitare un altro lockdown, «assai meno sopportabile economicamente e psicologicamente».
2) Salvaguardare i diritti di un’intera generazione che stiamo depredando di tutto, a cominciare dal futuro. Se si vedono tra loro e basta, non corrono rischi per sé e non ne fanno correre agli altri. Salviamogli almeno il presente.
(Questo articolo è apparso per la prima volta nella Rassegna stampa del Corriere. La si trova qui. Tutte le rassegne con il meglio degli articoli scelti e commentati dalla Redazione Digital sono qui. Per iscriversi alla newsletter basta andare qui)
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30 ottobre 2020 (modifica il 30 ottobre 2020 | 09:50)
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